Michele Lizzit

The light cryptalk

2 commenti

Cinque anni fa ricevetti in regalo per il mio compleanno un Arduino UNO da mio zio Marco; egli conosceva la mia passione per l’informatica e in passato mi aveva insegnato a programmare in Python. Il mio primo “successo” fu quello di far lampeggiare un led con scratch4arduino, poi mio papà fissò su una tavola di legno una breadboard, dei pulsanti e una scheda con dei relè (c’erano già i relativi transistor di comando) e con questi componenti ho imparato a pilotare dei led, un altoparlante, un motorino, un display a sette segmenti e leggere sensori vari. Dopo poco (avevo abbandonato scratch per scrivere direttamente in linguaggio arduino) costruii un robot a due ruote, con un motorino per ruota, che comandavo con la scheda Arduino pilotata da PC tramite usb con un programma in Python. Un altro dei tanti progetti con Arduino realizzati, collaudati e poi smontati fu il contachilometri da bici: un Arduino lilypad con un LCD e un sensore magnetico sulla ruota che calcolava la velocità della bici e la stampava sul display; calcolava inoltre la durata del tragitto, la velocità media e i chilometri percorsi. Siccome a casa mia era stato appena realizzato l’impianto fotovoltaico, mio padre mi chiese se era possibile avere un dispositivo che misurasse e memorizzasse l’energia prodotta. Dopo aver analizzato il protocollo seriale dell’inverter (che forniva queste informazioni con software proprietario) e visto che non era facilmente decodificabile decisi di sfruttare il lampeggio del led del contatore Enel (un lampeggio = 1 W/h prodotto); costruii un conta-energia (che devo ancora finire) che, con un fotodiodo attaccato al led del contatore legge la quantità di energia prodotta dai pannelli solari e la salva su scheda SD, poi, grazie all’ Ethernet shield genera una pagina web con il grafico dell’energia prodotta. Prima di lavorare al progetto per la Maker Faire stavo costruendo un quadricottero con due Arduino (uno per il controller e uno a bordo del quadricottero per la gestione dei quattro motori brushless collegati alle eliche) che comunicano tramite Xbee ma non è ancora finito perché ho alcuni problemi con i disturbi generati dalle vibrazioni dei motori sull’accelerometro. L’idea del progetto è nata quando Google dedicò un doodle ad Alan Turing. Leggendo su Wikipedia la sua storia sono venuto a conoscenza della macchina Enigma. Questo progetto è stato inizialmente realizzato per essere presentato all’esame di terza media. Nella prima versione per trasmettere usavo gli Xbee e la crittografia era secondo tabella. Per rendere più evidente l’importanza della crittografia nell’inviare messaggi riservati ho usato il codice morse per la trasmissione.

Il trasmettitore
Il trasmettitore
Il ricevitore
Il ricevitore

Non mi sono  accontentato della prima realizzazione perchè volevo trovare un nuovo sistema di trasmissione del messaggio. Avevo deciso di tentare una trasmissione ottica ma ho dovuto risolvere parecchi problemi legati alla presenza dei rumori di fondo e in particolare di una piccola componente a 1 kHz prodotta dalle lampade a fluorescenza. L’ultimo giorno disponibile per le iscrizioni ho visto che la Maker Faire si teneva a Roma e a 20 minuti dalla mezzanotte dell’ultimo giorno mi sono iscritto. L’apparecchiatura che ho realizzato per la Maker Faire consiste in una versione aggiornata e migliorata del primo progetto; trasmette modulando la luce prodotta da 3 potenti led da 10 W a 1 kHz e il sistema di crittografia è lo stesso della macchina Enigma usata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

2 commenti su “The light cryptalk”